Qualche giorno prima che il padre di Paolo morisse gli aveva parlato di un conoscente, diceva che se ne era andato a letto e che non si era più svegliato. Diceva che sarebbe stato un bella maniera per andarsene, senza perdere tempo, senza sconvolgere le vite delle persone vicine per chissà quanti mesi, senza i fastidi di una malattia.
Poi è successo, una sera è andato a dormire e non si è più svegliato.
Quando capitavo a casa mi fermavo sempre a chiacchierare della sua passione per la fotografia, e del suo orto. Intorno a casa c’è un pezzo di terra che coltivava, come sanno fare i padri, e i nonni.
Oggi è Paolo a occuparsi dell’orto, ogni tanto si volta a cercare un consiglio, chissà se sta facendo bene. Si guarda intorno alla stessa maniera del padre, raccoglie un erbaccia, tiene le cose in ordine.
Mi piace pensare a suo padre tranquillo, soddisfatto di aver lasciato le cose a posto.